Khirbet Hatara

Progetto: Eski Mosul Dam; programma internazionale di salvataggio dei siti archeologici del bacino delle dighe sul Tigri
Sito: Khirbet Hatara
Direttore scientifico: Antonio Invernizzi
Direttore di scavo: Paolo Fiorina
Anni: 1984-1986

Il progetto di costruzione di una diga sul Tigri a monte di Mosul ha causato la formazione di un lungo bacino che raggiunge a nord il confine turco e siriano. Tra i siti proposti dalla State Board of Antiquities and Heritage of Iraq la Missione Archeologica Italiana scelse quello di Khirbet Hatara nell’intento di verificare l’esattezza della stratigrafia proposta da Tobler a Tepe Gawra per il periodo calcolitico e Uruk della Mesopotamia settentrionale.

Il sito fu oggetto di tre campagne di scavo autunnali negli anni 1984-1986.

Il sito

Il sito archeologico di Khirbet Hatara è situato a circa 40 km a nord di Mosul, lungo la vecchia strada che conduceva a Zakho e al confine con la Turchia. Si trova quindi nel cuore della zona collinosa che separa la pianura mesopotamica dalle pendici dei monti Zagros, poco più di 6 km a est della valle del Tigri. La zona è caratterizzata da una serie di bassi rilievi digradanti verso il fiume e profondamente segnati da numerosi wadi.

Hatara occupava un’altura di modeste dimensioni, con sommità pianeggiante e pendici a pendio dolce verso nord e sud, più ripido invece verso ovest, lato in cui corre il wadi che confluisce, poco più a nord, nel wadi Qasrij, a nord del quale una vallata pianeggiante si estende da Jikan, sulla sponda del Tigri, ad Anzah. Dall’indagine condotta è emerso che il sito di Hatara è stato frequentato, sia pure con soluzione di continuità, per un lunghissimo arco di tempo, dal periodo tardo neolitico (Halaf) e calcolitico (Uruk) fino al tardo islamico. Sono stati così identificati 10 livelli, corrispondenti ad altrettante fasi storico-culturali.

Gli scavi italiani

Il livello I, corrispondente ai periodi Halaf e Obeid, è stato architettonicamente individuato in due grandi sondaggi da cui sono emerse due distinte abitazioni. Esse sono separate da un’area aperta e costruite con tecniche diverse tra loro. Una delle due (casa 2) aveva muri in tauf tranne che per due piccoli frammenti di mattoni ed era di forma tendenzialmente cruciforme. La casa 1, costruita invece in mattoni crudi, aveva un profilo esterno mosso da pilastri e angoli e un lungo ambiente centrale che si apriva a un’estremità in due piccoli vani. La ceramica in essa ritrovata risale per lo più al periodo Obeid 3. All’esterno della casa, sul suo lato NW vi erano i resti di un grande forno pavimentato intorno da ciottoli e cocci proto e medio Halaf. Il livello IIb-a corrisponde al periodo medio Uruk. In IIb sono stati rinvenuti un angolo di ambiente, un corridoio aperto su di un lato e un cortile in cui si ergeva una grande struttura a L, probabilmente un bancone coperto da serife utilizzato per la macellazione di grandi animali. Interessante, nel successivo sottolivello IIa, è una struttura a pettine che sorgeva al centro del quadrato. Lo spazio tra i muretti che la componevano era ricco di ossa animali e di microliti. Ciò ha indotto a pensare che fosse un luogo atto alla conservazione delle carni. Il livello IIIb-a risale al periodo tardo Uruk. In IIIb sono stati trovati in notevole quantità silos e fornaci per la cottura della ceramica. È interessante notare che una ventina di fusarole era concentrata all’angolo est del sondaggio. L’insieme della ceramica e dei piccoli oggetti ritrovati in questa area fa supporre che fosse esclusivamente una zona artigianale all’aperto. Nel livello IIIa la zona fu adibita a cimitero: sei sepolture, di cui tre in vaso, sono state rinvenute nella zona. Alcune di esse avevano, oltre al corredo funebre, ornamenti personali costituiti da collane in conchiglia e ossidiana.

Il livello IV risale al periodo tardo Uruk. Il sottolivello IVb è costituito da una casa con un vestibolo che si apre su due ambienti e su un cortile in cui si sono trovate tracce di un forno circolare. La stessa abitazione venne riutilizzata nel livello IVa come luogo per fornaci, soprattutto nei piccoli ambienti nei pressi del vestibolo d’ingresso. Con il livello Vb-a giungiamo al periodo di transizione tra Uruk e Ninive 5. Architettonicamente è rappresentato da scarse tracce di muratura in crudo. Il livello VI risale al periodo accadico ed è pure rappresentato da scarsi frammenti di muri con basamenti in ciottoli e da alcune fosse piene di ceramica. Nel livello VII , durante il periodo medio assiro-mitannico, l’insediamento si trasferisce sull’altro lato del uadi. In un sondaggio sono venuti in luce resti della base di una grande struttura in ciottoli e pietre, costituita da un cortile e una stanza al cui angolo si apriva una struttura ad arco. Una canaletta portava dal cortile all’esterno dell’abitazione. All’interno vi era una grande fossa adibita alla cottura di mattoni.

Il livello VIII appartiene al periodo neoassiro. I ritrovamenti sono costituiti soltanto da pochi frammenti ceramici, mentre non è stato possibile effettuare uno scavo che mettesse in luce eventuali strutture architettoniche, probabilmente celate sotto un cimitero moderno. Il livello IXa-b-c risale al periodo ellenistico. Anche in questo caso ci si è limitati allo scavo di un sondaggio ridotto, in quanto il luogo era occupato dal suddetto cimitero moderno. Sono venuti in luce alcuni battuti e poche strutture murarie.

Il livello X si riferisce a una fase di occupazione tardo islamica.