Kharkhorin

Progetto: Karakorum 2020. A community project. Valorizzazione del patrimonio storico-archeologico di Kharkhorin
Territorio: area di Kharkhorin
Direttore: Roberta Menegazzi
Anni: 2018-in corso

Il sito

La città di Kharkhorin, nella provincia di Övörkhangai, si trova in una zona di grande interesse sotto il profilo storico e archeologico: ai margini settentrionali dell’insediamento moderno si estende infatti il sito di Karakorum, la capitale dell’impero mongolo fondata da Genghis Khan nel 1220 e rimasta in vita fino alla fine del XIV secolo, mentre immediatamente a sud dell’antica capitale sorge il monastero buddhista di Erdene Zuu, uno dei più grandi della Mongolia, fondato nel 1585-86 verosimilmente sull’area occupata in precedenza dal palazzo imperiale dei Khan. In anni recenti, il sito di Karakorum è stato indagato da una missione tedesco-mongola che, oltre a esplorare diversi settori della città e alcune aree produttive al di fuori delle mura cittadine, ha condotto prospezioni di superficie nella media e alta valle dell’Orkhon ed è attualmente impegnata nello scavo di Karabalgasun, la capitale dell’impero uiguro situata una trentina di chilometri a nord-ovest di Kharkhorin.

Il museo

Il Museo di Karakorum, non distante dal sito archeologico, offre una descrizione efficace dello sviluppo storico della regione ed espone decine di manufatti provenienti dagli scavi dell’antica capitale dell’impero mongolo e dai siti limitrofi. Anche il complesso monastico di Erdene Zuu vanta una sezione museale che ospita sia manufatti buddhisti sia frammenti lapidei originariamente appartenenti alla decorazione architettonica di Karakorum.

Le attività del CRAST

Nell’approcciare una realtà così complessa, estremamente ricca sia sul piano delle testimonianze storico-archeologiche sia sul piano delle istituzioni coinvolte, il progetto del CRAST si pone l’obiettivo di valorizzare lo straordinario patrimonio storico-archeologico dell'area attraverso una serie di interventi volti a supportare le realtà museali del territorio e a diffondere presso la comunità locale i risultati della ricerca archeologica.

La prima azione concordata con le autorità mongole ha mirato ad avvicinare il pubblico più giovane alle collezioni del Museo di Karakorum: le attività realizzate nel triennio 2018-2020 sono state pertanto finalizzate alla creazione di una sezione didattica del museo attraverso la formazione del personale e la progettazione di una serie di laboratori e attività da proporre alle scolaresche in visita. In collaborazione con il Museo della Ceramica di Mondovì (2018) e il MAO - Museo d’Arte Orientale di Torino (2019) sono stati pertanto programmati giochi collaborativi, attività manuali su vari materiali ed esercizi di rielaborazione in grado di aiutare i più giovani visitatori del museo a osservare gli oggetti esposti, comprenderne funzione e tecnica di manifattura e collocarli correttamente nel tempo. Nel 2020, le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 hanno imposto di proseguire a distanza i lavori intrapresi. In collaborazione con la controparte mongola sono stati realizzati un gioco da tavola e un fumetto (in inglese e in mongolo) nati dagli spunti raccolti in occasione della missione in loco del 2019. Il fumetto è stato illustrato da un disegnatore mongolo per la parte storica (il viaggio in Mongolia del frate francescano Guglielmo da Rubruk) e da un disegnatore italiano per il racconto di cornice.

A distanza si anche è svolta una sessione di formazione per il personale del Museo di Karakorum in cui, su proposta del personale stesso e grazie all’intervento di esperti dell’Associazione YOCOCU, si è affrontato il tema della conservazione dei materiali lapidei esposti all’azione degli agenti naturali.

A partire dal 2022 è stato ampliato il perimetro della collaborazione in corso con le autorità mongole, includendo anche attività di ricerca sul terreno, in accordo con il Museo di Karakorum, e la National University di Ulaanbaatar. Le attività hanno preso avvio con una survey preliminare della porzione di territorio circostante la cittadina di Kharkhorin che ha portato all’individuazione della Valle di Bayangolyn come oggetto dei futuri interventi sul terreno da parte della missione archeologica italiana a Karakorum. Si tratta di una zona ricca di evidenze archeologiche, affioranti o leggibili al di sotto della superficie del terreno. Non stupisce quindi che a partire dalla metà del secolo scorso la Valle di Bayangolyn sia stata oggetto di interesse da parte di archeologi locali e internazionali le cui ricerche hanno rilevato la presenza di strutture e materiali di periodo Xiongnu, Khitan e Manciù.
Nel 2023 l’obiettivo principale della missione archeologica italiana è stato quello di effettuare una mappatura delle strutture presenti nella parte nord della valle grazie all’ausilio delle nuove tecnologie. Durante la loro permanenza sul campo, gli archeologi del CRAST sono stati affiancati da un gruppo di professionisti esperti del Politecnico di Torino che, attraverso tecniche di ortofotografia georeferenziata da drone con camere a tecnologia multispettrale e/o termica, hanno documentato l’area e prodotto un modello digitale del terreno estremamente dettagliato.
Nel 2024, il lavoro della missione archeologica del CRAST in Mongolia è proseguito in continuità con i risultati prodotti nel 2023, risultati che avevano permesso di evidenziare numerose anomalie verosimilmente corrispondenti a evidenze archeologiche affioranti o nascoste sotto la superficie del suolo, molte delle quali non identificabili sul terreno perché coperte da vegetazione o collocate in aree non investigate durante la ricognizione di superficie. La campagna 2024 si è posta dunque come obiettivo la verifica di tali anomalie attraverso una ricognizione di superficie e da drone a bassa quota per acquisire informazioni di dettaglio: durante le settimane di lavoro sul campo sono state riconosciute e documentate 39 strutture collocate in maggioranza sulle pendici della valle e sulle terrazze ad essa prospicienti.