Tulul al-Baqarat

Progetto: Missione archeologica italiana a Tulul al-Baqarat
Sito: Tulul al-Baqarat (al-Kut)
Direttore: Carlo Lippolis
Anni: 2013-in corso

La missione archeologica italiana, organizzata dal Centro Scavi Torino e diretta da C. Lippolis, ha avviato nel novembre del 2013 i suoi lavori sul campo presso l’area archeologica di Tulul al-Baqarat, localizzata nella provincia irachena di Wasit, a circa 25 km a sud-ovest della moderna città di al-Kut. Il team italiano usufruisce del sostegno sul campo di archeologi iracheni e funzionari dello State Board of Antiquities and Heritage di Baghdad.

L’area archeologica

L’area in analisi si estende per circa 5 km in direzione nord-sud e consta di una serie di tell di varia forma, dimensione e datazione. Il progetto italiano, nato anche dietro esplicita richiesta delle autorità irachene, conseguentemente alle diffuse attività di scavo clandestino nella zona, prevede lo studio archeologico, tramite attività di scavo e ricognizione, dell’area archeologica di Tulul al-Baqarat. Tale area è situata in una regione fino ad oggi oggetto di rare indagini, ad eccezione degli scavi iracheni effettuati tra il 2008 e il 2010 sul tell principale, nominato TB1, dove le indagini hanno restituito i resti imponenti di un tempio la cui ultima fase di occupazione risale al periodo neobabilonese, ma che cela livelli culturali più antichi, databili a partire almeno dalla fase protodinastica.

Con il toponimo Tulul al-Baqarat si indica dunque un’area composta da 10 colline archeologiche attualmente emergenti e poste a distanze irregolari. Non è escluso che almeno una parte appartenesse originariamente ad un medesimo insediamento, oggi parzialmente eroso ed obliterato dalle coltivazioni e forse progressivamente spostatosi nel corso dei secoli. Tale spostamento è verosimilmente da connettere con il continuo mutarsi del corso di canali o rami secondari del Tigri che in antichità scorrevano nell’area.

Gli scavi italiani

I campagna

Nel corso della prima campagna (novembre-dicembre 2013) è stata effettuata una ricognizione superficiale dei diversi tell che compongono l’area archeologica (TB1, TB2, TB3, TB4a-TB4b, TB5, TB6, TB7, TB8, TB9, TB10). Il quadro emerso attraverso la raccolta di materiale di superficie è di grande interesse, in quanto sembra rilevare nell'area la presenza di una continuità insediativa che dal IV millennio almeno scende fino all’epoca islamica. Durante la stessa missione sono stati aperti tre sondaggi in zone diverse dell’area archeologica, su TB1, su TB4a e su TB4b, con l’obbiettivo di avviare una comprensione della stratigrafia nel sito e individuare materiale ceramico in contesto. Particolarmente interessante si è rivelato il Sondaggio 2 presso TB4a che ha restituito un significativo frammento appartenente ad una giara della tipologia Scarlet Ware caratterizzata da una decorazione geometrica in rosso giallo e nero. Le strutture individuate presso il medesimo tell sono datate preliminarmente al protodinastico nella fase finale di utilizzo. È plausibile che originariamente TB1 e TB4, oggi isolati, appartenessero ad una medesima rete insediativa, conseguentemente all’uniformità del materiale individuato databile al III millennio.

II campagna

La seconda campagna (ottobre 2015) ha confermato la significatività di quest’area archeologica, permettendo di retrocedere almeno al IV millennio le prime certificate fasi di occupazione antropica. Le indagini si sono concentrate su TB1, nel tentativo di comprendere stratigraficamente le strutture templari già emerse tramite l’apertura di nuovi sondaggi, e su TB7, il tell situato al limite sud-orientale dell’area, di circa 7 ettari di superficie.

I lavori sul terreno hanno previsto primariamente una survey di TB7 e TB8 (aree ipoteticamente appartenenti in origine al medesimo insediamento e che hanno restituito materiale superficiale omogeneo), organizzata tramite la divisione della superficie in una griglia topografica composta da quadrati regolari di 50 m di lato; la ricognizione ha incluso la raccolta di ceramica, litica e oggetti in terracotta e lo studio della distribuzione spaziale di queste classi di oggetti, nel tentativo di ipotizzare, tramite particolari concentrazioni, la presenza di strutture architettoniche sottostanti. Il materiale raccolto ha permesso di ipotizzare un’occupazione dell’area tra la fase Uruk e il protodinastico iniziale, suggerendo però, tramite il rinvenimento di alcuni frammenti ceramici stilisticamente attribuibili alla cultura Ubeid, un’ipotetica precedente frequentazione dell’area.

In alcuni settori sottoposti a ricognizioni sono emersi inoltre frammenti di mattoni iscritti caratterizzati dalla presenza di bolli reali di sovrani neobabilonesi, forse riutilizzati, a testimoniare come a partire dal I millennio il tell abbia subito una fase di reinsediamento, seppur ipoteticamente parziale.

A seguito della survey sono stati aperti tre sondaggi su TB7 in differenti settori del tell: i primi due (S1 e S2) sul rilievo centrale, fin da subito identificato come possibile terrazza o sostruzione destinata al sostegno di un edificio di rilievo, forse di carattere religioso. La lettura delle strutture murarie emerse è risultata complicata da notevoli fenomeni di dilavamento; tuttavia, il rinvenimento di abbondanti coni e cilindri in terracotta e di alcuni frammenti di mattoni crudi con decorazioni pittoriche in rosso nero e bianco di carattere geometrico, elementi tradizionalmente destinati alla decorazione delle architetture ufficiali, ha confermato le ipotesi circa la significatività dell’edificio ivi presente. Il terzo sondaggio (S3) è stato aperto presso il limite nord-occidentale del sito, laddove erano visibili tracce di attività di scavo clandestino e dove emergevano superficialmente alcuni mattoni con iscrizioni neobabilonesi. Al di sotto del terreno superficiale, a ridotta profondità, sono immediatamente emerse le prime tracce di strutture murarie in crudo e alcune istallazioni di carattere artigianale, elementi che hanno portato ad una preliminare identificazione con un edificio di natura domestica. Queste strutture sarebbero state successivamente tagliate da una canaletta realizzata attraverso il riutilizzo di mattoni neobabilonesi, alcuni dei quali superficialmente visibili.

Su TB1, uniformemente ai lavori avviati nel 2013, è proseguita l’indagine stratigrafica presso il Sondaggio 1 nel tentativo di asportare i livelli neobabilonesi e identificare le fasi più antiche di occupazione. Nel corso dell’analisi alcune strutture murarie collassate sono state individuate. TB1 risulta certamente l’area archeologicamente tra le più interessanti del sito, non solo per la continuità insediativa che la caratterizza, diversamente dagli altri occupati lungo fasi storiche più ridotte, ma soprattutto per la presenza del tempio centrale le cui dimensioni e il rinvenimento di iscrizioni reali su numerosi bolli laterizi attribuibili ai principali sovrani mesopotamici (fra tutti Naram Sin, Shulgi e Nabucodonosor) sembrano indicare la dedica ad una divinità di particolare prestigio, verosimilmente Nin-hur-sag.

III campagna

La terza campagna di scavo (aprile-maggio 2016) ha incluso diversi interventi nell’area. Primariamente è stata avviata una survey sui tell limitrofi a Tulul al-Baqarat (entro un raggio di circa 15 km), conseguentemente alla consapevolezza circa la necessità di allargare lo studio all’area nella sua globalità per poter procedere con un’analisi del ruolo insediativo di Baqarat in una zona, come precedentemente affermato, poco conosciuta dal punto di vista storico e archeologico. Sono stati visitati 22 tell (T1-22) su cui è stata effettuata una limitata raccolta del materiale ceramico distribuito in superficie. È stato dunque possibile stabilire preliminari datazioni circa l’occupazione di questi siti, che parrebbero attestare una maggiore antichità rispetto alle iniziali considerazioni di R. McC. Adams che analizzò perifericamente l’area trattandone le maggiori caratteristiche all’interno del volume Heartland of Cities (1981).

Su TB7, conseguentemente all’interesse suscitato dalle prime strutture emerse nel corso della missione 2015, si è deciso di proseguire l’indagine del Sondaggio 3. I nuovi ambienti messi in luce hanno permesso di confermare la natura domestica della struttura indagata, e di attribuire alla stessa un’identificazione quale fattoria di ampie dimensioni, caratterizzata dalla presenza di numerose installazioni artigianali, funzionali ad una produzione interna legata alla sussistenza famigliare e, ipoteticamente, anche destinata ad un uso comunitario. Oltre a oggetti di uso quotidiano la struttura (nominata Edificio A) ha restituito anche materiale di pregio, tra cui un sigillo a stampo e alcuni vasi dipinti. La sua indagine riveste un significato particolare, di fronte ad una assai modesta conoscenza delle strutture abitative e comunitarie di carattere rurale in ambito mesopotamico. In base al materiale ceramico raccolto e alle fasi di occupazione individuate la struttura è stata preliminarmente datata tra l'età Uruk e il Jemdet Nasr.

Su TB1 sono stati effettuati diversi interventi: è state realizzata una survey completa, funzionale a identificare la precisa collocazione, le caratteristiche dimensionali e l’eventuale presenza di iscrizioni reali, dei frammenti di mattoni che diffusamente ricoprono la superficie del sito, al fine di stabilire la presenza e suggerire la datazione di strutture architettoniche non conservatesi sulla superficie del tell. Inoltre, è proseguita l’indagine stratigrafica con la realizzazione di nuovi sondaggi; un nuovo sondaggio è stato aperto nell’area del tempio, specificatamente nei pressi della supposta ziqqurat, nuovamente con il fine di meglio comprendere le fasi culturali di utilizzo dell’edificio religioso (S2). Un’ulteriore area di indagine è invece stata attivata nei pressi della piazza sottostante, connessa al tempio tramite impianti scalari in mattoni piano-convessi, già parzialmente indagata dalla missioni irachene (S3-S4); in questo caso la stratigrafia risulta confusa, conseguentemente a fasi di diffusa distruzione, ma il contesto ha restituito importanti reperti tra cui alcuni frammenti di tavolette cuneiformi di età neobabilonese, due frammenti di un oggetto in pietra iscritto con dedica del sovrano Shulgi e un mattone cotto con iscrizione regale di Ur-Namma di Ur. Queste iscrizioni, seppure frammentarie, confermano che alcuni dei principali sovrani mesopotamici intervennero con opere edilizie a Baqarat, evidenziando l'importanza del santuario.

IV campagna

La quarta campagna di scavo (novembre-dicembre 2016) ha previsto la continuazione dell’analisi dei sondaggi e l’apertura di nuove trincee di scavo su TB1, sia sulla sommità del tell, sia nell’area sottostante. In particolare, sono stati aperti 3 nuovi sondaggi: S5 e S6 nei pressi del tempio, con l’obbiettivo di mettere in luce le strutture riferibili alla fase di occupazione protodinastica, obliterate dalla successiva ricostruzione neobabilonese; S7, adiacente ai Sondaggi 3 e 4, dove il contesto stratigraficamente disturbato ha restituito materiale variamente datato tra l’età neobabilonese e la fase partica. Non si sono evidenziate strutture murarie. Inoltre, l’intera collina archeologica, e più dettagliatamente le strutture del tempio, sono state sottoposte a laser scanning, per poter realizzare una ricostruzione completa e affidabile delle emergenze archeologiche; questo intervento è risultato fondamentale di fronte ad un evidente processo di deterioramento ed erosione che nel giro di pochi anni renderanno illeggibili le strutture architettoniche in argilla.

V campagna

La quinta campagna di scavo (settembre-novembre 2017) ha previsto nuovamente la contemporanea indagine di entrambi i tell in analisi, TB1 e TB7. Su TB1 sono stati aperti in totale 4 sondaggi: uno nuovamente nei pressi del tempio (S8) che non ha restituito testimonianze architettoniche o materiali antecedenti il I millennio a.C.; due sondaggi (S9, S11) in corrispondenza del lato orientale del recinto dell'area sacra, nel settore settentrionale della collina. Le indagini ivi effettuate hanno restituito tracce di mattoni piano-convessi e soprattutto, benché le strutture abbiano attestato una profonda erosione, hanno confermato la presenza di un doppio recinto intorno all’area sacra occupata dall’ipotetica ziqqurat.

Su TB7 si è scelto di allargare l’area di indagine dell'Edificio A a sud e ad ovest. Nuovi ambienti sono stati indagati, caratterizzati dalla presenza di alcune installazioni artigianali (importanti installazioni pirotecniche sono state individuate in un’area aperta periferica) e di alcune tombe a fossa (due adulte e una infantile) accompagnate da interessante materiale di corredo (vasellame dipinto e vasi lapidei). Nonostante le ampie dimensioni (almeno 21 ambienti interni) i limiti esterni dell’edificio non vengono ancora individuati.

Nel corso della missione inoltre sono stati effettuati corsi di formazione sul campo destinati a 22 studenti e funzionari iracheni dell’Università di Baghdad, dello SBAH e dell’Iraq Museum organizzati all’interno del Progetto Europeo EDUU (guidato dall'Università di Bologna in collaborazione con il Centro Scavi Torino e l'Università degli Studi di Torino). Le attività formative, durate 10 giorni ed effettuate sul sito e presso la casa della missione italiana tramite lezioni frontali, hanno previsto esercitazioni di topografia, scavo (apertura del Sondaggio 10 su TB1), ricognizione, disegno, catalogazione e documentazione del materiale archeologico.

VI campagna

La sesta campagna di scavo italiana (marzo-aprile 2018) si è concentrata sull’analisi di TB7; specificamente si è scelto di proseguire l’indagine dell'Edificio A e di aprire un nuovo sondaggio presso il rilievo centrale, già oggetto di scavo nel corso della missione 2015. Per quanto concerne il Sondaggio 3, si è scelto di ampliare a sud e ad ovest i limiti di scavo; presso il lato meridionale è stato possibile individuare esclusivamente l’impronta delle strutture murarie conseguentemente al progressivo declivio del terreno; interessano però questa zona alcune sepolture a fossa del tutto uniformi a quelle indagate nel corso della missione precedente e caratterizzate dalla presenza di simili corredi di accompagnamento. Nella zona occidentale è invece stato possibile individuare i limiti esterni dell’abitazione. Inoltre, tramite l’utilizzo del drone, grazie alla particolare umidità del terreno a seguito di abbonanti piogge, è stato possibile osservare la presenza, certificata da chiari e leggibili allineamenti superficiali, di ulteriori strutture, ipoteticamente di carattere abitativo, separate tra loro da un supposto percorso viario. Il nuovo sondaggio (S4) è stato aperto invece sul versante sud-orientale del rilievo centrale; qui sono stati individuati i limiti della terrazza, le cui strutture murarie, fortemente erose dagli agenti atmosferici e dal passaggio di piccoli wadi, sono state individuate a livello delle fondazioni.

VII campagna

Nel corso della settima campagna di scavo (novembre 2018) i lavori sul sito sono stati più volte interrotti da continui fenomeni di eccezionale piovosità. La conseguente notevole umidità del suolo ha dunque fortemente ostacolato le indagini stratigrafiche che, nel corso di questa spedizione, si sono concentrate su TB7; qui il team italiano si è diviso tra il Sondaggio 3 e l’area del rilievo centrale. Per quanto concerne l'Edificio A, di fronte ad una particolare delicatezza delle strutture, si è preferito non estendere l’area interessata da scavo quanto piuttosto approfondire alcune zone già interessate da indagini nel corso delle missioni precedenti: si tratta nello specifico di alcune sepolture già parzialmente esplorate, il cui approfondimento si è rivelato fondamentale al fine di meglio comprendere le tradizioni funerarie in uso nel corso delle fasi di occupazione dell’edificio; in secondo luogo si è scelto di riavviare l’indagine di uno degli ambienti aperti interni parzialmente esposto nel corso delle campagna del 2016. L’area ha restituito numerose tracce di attività domestiche (installazioni pirotecniche, tracce diffuse di cenere, ossa animali) oltre alla presenza di un’ulteriore sepoltura adulta. Per quanto concerne il rilievo centrale, è stato ampliato il Sondaggio 4 e aperta una nuova area di analisi (S6 presso il lato sud-occidentale del rilievo centrale), con l’obbiettivo di proseguire nell’indagine delle strutture murarie relative alla facciata e al sistema di accessi alla terrazza centrale.

VIII campagna

L’ottava campagna effettuata a Tulul al-Baqarat (marzo-maggio 2019) ha previsto il proseguimento delle indagini stratigrafiche su entrambi i tell interessati dagli scavi italiani, TB1 e TB7. Inoltre, è stato concluso il processo di geo-referenziazione e di resa altimetrica di tutti i tell che compongono l’area archeologica oltre ad essere stata completata la modellazione tridimensionale degli stessi siti ottenuta tramite l’uso di drone.

Per quanto concerne TB1, le indagini si sono concentrate sulla ricostruzione planimetrica e sull’attribuzione cronologica del recinto dell’area sacra indagato dalla missione italiana a partire dal 2017 presso il settore settentrionale del tell; specificamente sono stati aperti 3 sondaggi principali (S12, 14, 15) che hanno permesso di datare al III millennio le strutture architettoniche messe in luce.

Su TB7 sono proseguiti gli scavi presso i due principali sondaggi aperti sul sito a partire dal 2015 (S3) e a partire dal 2018 (S4). Nel primo caso sono state effettuate alcune indagini di dettaglio presso i settori nord-occidentale centrale e occidentale del sondaggio con l’obbiettivo di chiarire la stratigrafia e in particolare evidenziare le modifiche planimetriche occorse nel passaggio tra le 2 principali fasi di occupazione dell’edificio, datate entrambe all’Uruk iniziale. Per quanto concerne S4, l’area di scavo è stata ulteriormente ampliata ricostruendo la sequenza stratigrafica ed evidenziando la complessità planimetrica del sistema di accesso alla terrazza presso il lato sud-orientale del rilievo centrale.

IX campagna

I due rilievi Tb4a e TB4b erano solo stati marginalmente indagati durante la prima campagna di scavo nel 2013; le strutture e i materiali emersi avevano suggerito un orizzonte cronologico datato tra la fine della fase Jemdet-Nasr e il Protodinastico I-II; in particolare erano emersi mattoni piano-convessi e numerosi frammenti di Scarlet Ware decorati con motivi geometrici. Nel 2021 (ottobre-novembre) il Sondaggio 2 su TB4a è stato riaperto e allargato per accertare la sequenza stratigrafica ipotizzata; almeno cinque fasi strutturali sovrapposte sono state individuate, ascrivibili complessivamente all'inizio del III millennio (Jemdet-Nasr?/Protodinastico I-II).

Su TB7, gli scavi nel 2021 si sono focalizzati sull'indagine della fase Ia, la più antica individuata all'interno dell'Edificio A. Tuttavia le analisi stratigrafiche hanno permesso di mettere in luce e chiarire ulteriori aspetti architettonici e strutturali relativi alla fase successiva Ib; nello specifico è stato possibile evidenziare nel corso del suddetto periodo di occupazione la presenza un'unica fase architettonica (rilevata tramite le strutture murarie conservatesi), mantenuta nel corso di due sotto-fasi di occupazione, identificati dai piani pavimentali e dalla installazioni artigianali individuate. Questa identificazione ha determinato una parziale rivalutazione relativamente alla cronologia precedentemente attribuita ad alcune installazioni e sepolture indagate nel corso delle passate missioni. La fase Ia, progressivamente messa in luce al di sotto della fase Ib risulta invece caratterizzata da una planimetria interna e un orientamento della strutture murarie del tutto differenti. Nel corso della medesima missione sono inoltre state individuate nuove sepolture, di cui due integralmente indagate.

X campagna

Le indagini archeologiche italiane nel corso della missione del 2022 (aprile) hanno interessato nuovamente l'Edificio A presso TB7. In particolare sono stati riaperti i settori denominati A4 e A19, relativi alla fase Ia per poter indagare e analizzare alcune fosse precedentemente individuate e interpretate preliminarmente come sepolture.

Le indagini hanno rivelato la presenza di una sepoltura infantile localizzata al centro dell'ambiente A4, mentre nel caso di A19 il taglio non ha restituito tracce di inumazioni. Le attività si sono dunque concentrate nello scavo della sepoltura e sono proseguite presso la casa di missione dove sono state effettuate analisi osteologiche e paleopatologiche dei resti umani dalla suddetta sepoltura e da cinque delle sepolture indagate nel corso delle precedenti missioni.